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Non serve essere dei predestinati per fare il lavoro che si desidera. Ecco la mia storia.

 
 

Le storie sono importanti.

Uno dei consigli che mi è capitato più spesso di dare alle persone che frequentano i miei corsi o a chi si avvicina al mondo della creatività per la prima volta è quello di leggere le biografie. Le biografie sono un modo per ricordarci che c'è sempre un prima. Prima di quel quadro che ha reso famoso un artista, prima del libro che ha vinto un premio importante, prima della gara che ha fatto il record del mondo. Dietro ai risultati di cui tutti ci accorgiamo c'è sempre un “prima”. E oggi ti racconto il mio.

Prima di fare l’illustratrice ero una giornalista.

Lavoravo come freelance per giornali e radio. E prima ancora di essere una giornalista ho studiato in un istituto tecnico commerciale, per poi cambiare completamente percorso e scegliere di laurearmi in Lettere. Vado così nello specifico perché ti voglio dire un cosa: la costruzione della mia strada non è stata lineare come mi aspettavo. Ho dovuto ammettere più volte che le cose non andavano e aggiustare il tiro. In alcuni casi con delle brusche deviazioni, in altri in maniera più dolce.

Ci sono voluti tanto coraggio e forza. E un bel po' di immaginazione.

Quando a 25 anni mi sono iscritta in una scuola di illustrazione di Roma riprendere a disegnare dopo anni di digiuno è stato complicato. Ma mi sono buttata: mi mancava la creatività ed ero determinata a capire cosa potevo dire con un linguaggio diverso dalle parole.

Questa ricerca è continuata dopo la scuola per trovare il mio segno e far emergere cosa volevo disegnare e cosa avevo da dire con il disegno di diverso rispetto agli altri. È una ricerca infinita, che è ancora in corso. E che è andata in parallelo con la definizione del modo in cui desideravo lavorare.

Molte delle cose che faccio oggi fino a cinque o anche due anni fa per me non esistevano.

In tutto questo “prima” ogni tassello ha trovato una sua collocazione in quello che faccio e sono ora.

Se per diverso tempo mi sono un po' vergognata del mio percorso e l'ho nascosto ora non ho paura di parlarne. Perché le storie sono ciò che ci rende unici e probabilmente i miei disegni sarebbero diversi se non mi fossi annoiata durante le ore di diritto e economia a 15 anni o se avessi iniziato prima il mio percorso creativo.

Perché ti ho raccontato tutto questo? Perché probabilmente conosci i miei disegni e i miei ricami e volevo condividere con te una sintesi di tutto quello che c'è stato prima.

Non ero una predestinata.

Non è bastato schioccare le dita per trovare il mio stile e non sono nata né con una matita né con ago e filo in mano. Tutto è arrivato con il proprio tempo. E qualcosa probabilmente dovrà ancora arrivare.

Mi piace però l'idea di essere onesta su questo percorso. Perché quando ho approfondito quello degli altri – per esempio di artisti o scrittori che seguo - mi è stato molto utile e mi ha fatta sentire meno sola nella mia ricerca. Spero perciò che questo racconto possa essere utile anche a te. Qualsiasi sia la strada che hai scelto.