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Se mi fermo per qualche settimana, un mese, riuscirò poi a disegnare di nuovo?
Ho sempre avuto paura che se mi fossi allontanata per più di una settimana dal disegno non sarei più stata capace di riprendere. Anzi , ho sempre avuto paura che se mi fossi presa una pausa poi non sarei più stata capace di disegnare. Estremo, lo so, ma è così.
Ad aumentare le mie paure c'è sempre stato il fatto che non sono una persona a cui piace disegnare in ogni momento, non sto con il taccuino in mano a prendere costantemente appunti visivi. E questo un po' mi fa dubitare di aver azzeccato la mia vocazione. E mi fa avere paura di poter perdere una capacità che ho impiegato tanto tempo ad acquisire.
Per fortuna no, non funziona così. Dopo una pausa dal disegno, tra vacanze estive e tempo assorbito dalla vita con un neonato, non solo ho capito che a disegnare sono sempre capace, ma che ne ho bisogno e che lo voglio fare con tutto il cuore. E siccome so che non sono l'unica ad avere queste paure oggi ti racconto quello che mi è successo da vicino. Cominciamo..
La paura che una pausa potesse rendere molto difficile riprendere e ritrovare delle abilità acquisite l'ho avuta diverse volte. Quando facevo danza, l'ho avuta per lo yoga, per la scrittura. E proprio con la scrittura ho sperimentato la mia prima lunga pausa che poi in realtà si è rivelata una pausa rigenerante. È successo quando dopo anni di studio e di lavoro nel giornalismo avevo semplicemente perso la gioia di scrivere. E invece di sforzarmi di farlo per tenermi allenata ho smesso per un po'. Per poi riprendere in modo naturale dopo diversi mesi e ritrovarmi finalmente nelle parole scritte solo per me. Più mature e consapevoli di quando le avevo lasciate.
La stessa cosa mi è successo di recente con il disegno. Dopo un anno di evoluzioni, cambi di stile, esplorazione di tecniche che fino a prima non avevo considerato è arrivata una pausa forzata dettata dall'arrivo di un bebè. Ho cercato di disegnare nei ritagli di tempo ma poi è arrivata l'estate. E tra vacanze, tempo che manca e la testa che chiedeva solo di riposare ho passato quasi un mese senza disegno.
Quando è stato il momento di riprendere avevo paura. Ma avevo anche un gran bisogno di ritrovare le mie forme disegnate, di trasformare in immagini il vissuto dei mesi appena passati. E così, approfittando di due ore libere consecutive, una rarità da queste parti, mi sono rimessa alla scrivania e ho dipinto. E con sorpresa ho ritrovato il mio spazio visivo senza la fatica che immaginavo, anzi, con sollievo.
Registro che sono successe tre cose. La prima è che la pausa mi è servita a metabolizzare tutti i cambiamenti che avevo portato durante l'ultimo anno. A maggio l'evoluzione nel mio stile e nel mio metodo creativo erano freschi. Mi muovevo con l'incertezza di chi ha scoperto delle abilità nuove ma non è ancora sicuro di padroneggiarle bene. A qualche mese di distanza, invece, il metodo creativo che avevo trovato per me in primavera era stato processato e, nel momento in cui ho dovuto mettermi al lavoro prima per me stessa e poi per una commissione, i passaggi sono arrivati senza che ci dovessi pensare: sapevo che quello era l'ordine con cui dovevo lavorare per arrivare al risultato che volevo. Era come se lasciando passare un po' di tempo il processo creativo si fosse interiorizzato e la vocina che mi chiedeva se fosse giusto o sbagliato fare così si fosse silenziata da sola.
E lo stesso è successo per la tecnica: non avevo bisogno di chiedermi come volevo lavorare: sapevo che volevo dipingere.
La seconda cosa che ho capito è che non è vero che se non giro sempre con un taccuino in mano non sono fatta per questo lavoro. Semplicemente ho un utilizzo diverso del disegno. L'ho capito perché nei mesi in cui il tempo era poco le mani morivano dalla voglia di disegnare e dipingere. E non solo le mani.
Avevo un bisogno immenso di fare quello che faccio sempre con l'illustrazione – e che non avevo ancora realizzato: fermo dei momenti. Metto ordine nella testa. La capacità di pacificarmi e svuotarmi che ha la composizione di un'illustrazione forse non ce l'ha neanche la scrittura. In queste settimane accumulavo appunti su ciò che avrei voluto fermare per immagini e la mancanza di tempo mi faceva sentire inquieta. Quando poi sono riuscita a mettermi alla scrivania ho dipinto le basi di almeno 3 progetti a cui avevo pensato nelle ultime settimane. E dopo quelle ore sorridevo. Avevo trovato il tempo per fermarmi, per respirare attraverso il disegno. Se avevo dubbi sulla mia vocazione li ho risolti. Senza la pausa non l'avrei capito: l'illustrazione e la pittura mi sono mancati. Non avevo mai provato davvero questa sensazione.
E, infine, ho capito anche questo: che a volte abbiamo paura di fermarci perché pensiamo che poi non saremo più capaci. E invece fermarsi fa bene. Fermarsi lascia spazio. Mette ordine nella confusione e tra le pressioni esterne che ci condizionano inutilmente. Ci aiuta a tenere con noi ciò che ci serve e a lasciare andare ciò che non è parte di noi.
Quindi, anche tu, non avere paura di fermarti. E se l'hai fatto e non hai il coraggio di riprendere ritagliati due ore di calma totale. Scegli la tecnica che più ti fa stare bene e il soggetto che preferisci e ricomincia. Vedrai che sarà come tornare a casa.
Vuoi riprendere a disegnare dopo tanto tempo?